Il Manifesto

In una società che non tutela la libertà di stampa, che criminalizza ed emargina il dissenso ed il giornalismo di inchiesta, abbiamo pensato di omaggiare e replicare l’immenso lavoro e sacrificio di Julian Assange con Wikileaks.

Il contrasto alla corruzione è sempre meno incisivo. Siamo pieni di norme sulla trasparenza ma le comunità locali vengono puntualmente disinformate o private del diritto alla conoscenza. Gli enti pubblici non pubblicano la maggior parte dei dati importanti per la nostra democrazia.

Pochi privati godono di corsie preferenziali con gli enti pubblici piegati ai loro interessi.

Le multinazionali comprano le democrazie e la magistratura non ha risorse adeguate per contrastare le mafie.

I dirigenti pubblici, i funzionari della pubblica amministrazione sembrano intoccabili e così le condanne contro la mafia dei colletti bianchi si contano sulle dite di una mano.

La stampa libera è relegata in un angolo.

L’informazione principale è ormai un ufficio stampa al servizio dei potenti di turno ed in questo scenario sono le singole comunità locali, i gruppi di cittadini e gli isolati amministratori locali che possono cambiare le sorti del loro territorio.

La giustizia è lenta e spesso ingiusta, i concetti di legge e giustizia si allontanano sempre di più tra loro.

La piazza virtuale resta l’unico modo per fare informazione libera ed anonima, con pubblici ministeri che chiedono ancora il carcere per il reato di opinione, mesi di carcere chiesti a volte per un singolo articolo, mentre i potenti usano la giustizia per imbavagliare chi scrive le scomode verità.

Noi usiamo il web per riportare la tecnologia a servizio dell’animo umano, la tecnologia come strumento e non come fine, per scrivere in libertà:

Un nuovo whistleblowing pubblico, perché nel privato troppe denunce finiscono nel nulla, serve pressione mediatica per scuotere il torpore conveniente a molti.

Eccoci. Ci stavi aspettando?